Il mutamento del clima intellettuale e culturale verificatosi nel primo decennio del XX secolo è caratterizzato da profonde inquietudini, generate dalla crisi delle illusioni positivistiche, come, per esempio, il diffondersi che sia la scienza che lo sviluppo industriale avrebbero risolto una volta per tutte il problema di un pacifico progresso dell’umanità. Gli anni compresi tra il 1896 ed il 1914 furono caratterizzati soprattutto da una accelerata espansione ed un impetuoso sviluppo; anche paesi rimasti relativamente arretrati entrarono nell’era industriale. È quindi presente un generale ottimismo e una grande fiducia nel progresso, anche se in Europa stanno già maturando alcune tensioni politiche, economiche ed ideologiche dalle quali scaturirà la prima guerra mondiale. Solo i poeti e gli artisti non vivono questo ottimismo e si sentono sempre più estranei ad un mondo che non li capisce, e di cui già intravedono errori e tragedie. Sia nel campo artistico che in quello letterario nascono delle voci che esprimono una consapevolezza della crisi che sta maturando, e soprattutto delle nuove correnti che vogliono vincere la resistenza di tempi cristallizzati e con la coscienza di poter incidere sulla realtà per modificarla.